La notte dei Santuari da: “Il Nuovo Amico”
Spicello, 3 Giugno 2022
«Nelle nostre diocesi ci sono molti santuari, e il rischio è che oggi diventino delle cliniche in cui si sta solo per poco tempo prima di tornare a casa». Mentre «i santuari non sono cliniche generiche ma, diceva Paolo VI, cliniche particolari», che «non possono diventare un’alternativa alla parrocchia». Lo ha osservato il Vescovo Armando durante la Celebrazione comunitaria da lui presieduta che si è svolta nella serata di venerdì 3 giugno presso il Santuario di San Giuseppe in Spicello.
Santuari. L’evento rientra nell’ambito dell’iniziativa promossa dalla Cei “La notte dei Santuari”, nata per accendere una luce sui Santuari di ogni diocesi, a cui quest’anno è stato assegnato il titolo “Verso una terra bella”. La serata si è divisa in tre momenti: all’aperto, dove i fedeli hanno acceso le proprie candele riunendosi intorno al fuoco e facendosi guidare dall’immagine del Roveto Ardente di Mosè; in Chiesa, con l’intronizzazione della Parola, e poi con l’ascolto della stessa; infine con un momento di Adorazione eucaristica, che ha preceduto la possibilità di celebrare il Sacramento della Riconciliazione fino a mezzanotte.
Granellino di senape. «Nel Vangelo, Gesù ci aiuta a scoprire il mistero del Regno di Dio presente nella vita della gente», mentre «la parabola del granellino di senape ci mostra che il Regno non è qualcosa di astratto, ma di concreto, che inizia già oggi» e che «cresce attraverso la predicazione di Gesù», sono alcuni passaggi dell’omelia pronunciata dal Vescovo. Il mondo, ha spiegato il presule, ha bisogno oggi che ci si prenda cura l’uno dell’altro. «Se si fa la Comunione non si può essere uomini e donne di divisione. Se ci si batte il petto dicendo mea culpa non si può puntare il dito, ergendosi a giudici del prossimo».
Fede. Se Gesù infatti si presenta come Pane di vita, in una società sempre più distante dalla fede la Chiesa oggi non può più permettersi di essere “pasta”, ma ha bisogno di farsi lievito, che «non ha peso in sé stesso, ma serve per fare crescere la pasta». L’invito del Vescovo è allora a riflettere «su cosa si finisce per fare crescere: il portafoglio, l’invidia, il giudizio, la perversione, l’orgoglio?». «La Chiesa non deve diventare una setta, o un recinto», perché «il lievito è dentro, non è fuori», e per questo «i cristiani si mescolano fino a confondersi con l’altro», è la conclusione di Mons. Trasarti. «Papa Francesco ci ricorda che il Vangelo è per tutti», e che nella Chiesa, «fatta di giusti ma più spesso di peccatori», «non ci possono essere scribi e farisei, giudici e osservanti», ma «peccatori che dicono: Signore, salvami».
Comments are closed.